Obesità e trapianti d’organo
Per affrontare l’argomento nella maniera più pratica possibile si fa riferimento alle linee guida del Collegio SIN-SITO per il trapianto di rene e Pancreas, Carta dei Servizi del Programma di Trapianto Renale Regione Piemonte, Documento Informativo sul Programma di Trapianto di Rene da Donatore vivente del Centro Nazionale Trapianti, cercando di inquadrare il posto che occupa il problema Obesità in questo contesto.
L’Obesità è un fattore di rischio importante per l’aspettativa di vita già come unico fattore, se associato a insufficienza renale cronica aggrava ulteriormente lo stato di salute e diventa un rilevante fattore di rischio di complicanze peri e post-operatorie in caso di trapianto renale. Tale condizione si associa ad una maggiore incidenza di ritardo nella ripresa funzionale dell’organo trapiantato, nella comparsa di diabete mellito tipo 2 (DMT2), di rigetto e complessivamente comporta una ridotta sopravvivenza dell’organo trapiantato.
L’obesità è un fattore favorente l’iperglicemia, l’insulino resistenza e DMT2. Circa il 7% dei riceventi un trapianto renale sviluppa DMT2 post-trapianto a causa dei farmaci immunosoppressori necessariamente utilizzati, l’obesità aggrava questo importante fattore di rischio, i pazienti trapiantati con BMI >35 hanno un aumentato rischio di sviluppare DMT2 del 75%. Il DMT2 è tra le principali cause di perdita dell’organo donato. L’obesità espone a una più elevata incidenza di rischi chirurgici maggiori dovuta alla maggiore difficoltà tecnica ed alla più elevata sensibilità alle infezioni, oltre che ad un aumentato rischio delle manovre anestesiologiche e rianimatorie. I pazienti trapiantati con un BMI >35 hanno un aumento del 20% di rischio di morte e del 20% di rischio di perdita dell’organo trapiantato.