Descrizione Progetto
Sabato 22 ottobre 1999 “LA CITTA’
Questa malattia è causata da disturbi funzionali del cardias, una piccola valvola che regola il passaggio del cibo dall’esofago allo stomaco e che non dovrebbe consentire il ritorno in esofago del cibo stesso. Le cause di questo problema sono molteplici, e sicuramente viene chiamata in causa l’obesità così come però l’abitudine di ingerire pasti abbondanti prima di coricarsi. Alcune sostanze come la cioccolata e la menta agirebbero come rilassanti del cardias favorendo il reflusso. Anche alcune cure per l’ipertensione sarebbero causa del rilasciamento della valvola con tutte le conseguenze del caso. I sintomi digestivi collegati al reflusso sono essenzialmente rappresentati dal bruciore alla “bocca dello stomaco”, dal rigurgito di materiale acido e da numerose eruttazioni. I sintomi sono dovuti al danno che il bolo alimentare, ricco di acido gastrico, produce tornando indietro in esofago. L’esofago infatti non possiede una barriere naturale di protezione dall’acido come lo stomaco e non riesce a proteggersi a lungo dall’acido. Negli individui normali, nel corso della digestione, è possibile che per breve tempo il bolo acido torni in esofago, ma i movimenti peristaltici esofagei e la deglutizione di saliva, sono sufficienti a proteggere la mucosa. Il permanere di acido in esofago può,invece, causare infiammazione della mucosa esofagea o, nei casi più gravi, erosioni e ulcere. Oltre che a causa dell’acido i sintomi del reflusso possono essere prodotti anche da un reflusso di bile nell’esofago. La bile viene prodotta nel fegato e versata nell’intestino per neutralizzare gli acidi gastrici oltre che per sciogliere i grassi contenuti nel bolo alimentare.
Questa fase digestiva avviene nel duodeno, il tratto di intestino che segue lo stomaco. A volte però la bile può refluire nello stomaco e da qui raggiungere anche l’esofago, provocando danni a quest’ultimo organo. La patologia collegata al reflusso sia acido che biliare, è complicata dalla presenza dell’ernia iatale. L’ernia iatale è un’ernia interna ed è prodotta dallo sfiancamento dei pilastri che separano il torace dall’addome nel punto in cui l’esofago dà posto allo stomaco. Questo sfiancamento causa una risalita di parte dello stomaco in torace con numerose conseguenze sintomatologiche. L’ernia iatale non può essere risolta con l’uso di farmaci, ma alcune abitudini di vita possono migliorare la convivenza con questa patologia: bisogna evitare di mangiare molto prima di andare a letto, consumare con molta parsimonia menta e cioccolata, evitare le bevande gassate e i cibi acidi. E’ opportuno dormire con la schiena sollevata utilizzando rialzi o più di un cuscino, mentre va controllata l’obesità con opportune diete.
L’INTERVISTA
Il Dottor Tiziano Berselli è chirurgo specialista, da dieci anni laparoscopista ( è stato componente di una delle prime equipe italiane nell’Ospedale Sant’Agostino di Modena) e da qualche mese opera a Salerno.
Dott. Berselli quali sono le principali indicazioni alla laparoscopia?
La laparoscopia è nata nel 1987 in Francia grazie al processo Mouret con indicazioni che all’inizio erano prevalentemente costituite dalla calcolosi della colecisti e dalla patologia ginecologica minore.
A proposito di ernia iatale e di reflusso gastro-esofageo, quando è necessario l’intervento?
Semplicisticamente si potrebbe rispondere quando la terapia medica fallisce. L’intervento per l’ernia iatale è lo stesso che si faceva una volta. La laparoscopia consente di raggiungere la regione interessata rapidamente, senza danno estetico, con minimo dolore post-operatorio, una corta degenza e un rapido ritorno alle normali attività e alla consueta vita di relazione.
Quanti i successi della metodica?
Circa il 96% dei casi trattati hanno ottimi risultati con risoluzione completa della sintomatologia.
Quanto dura l’intervento e a chi lo consiglierebbe?
L’intervento chirurgico dura in media trenta minuti con oscillazioni che vanno dai quindici ai quaranta minuti Il consiglio è per quei pazienti selezionati accuratamente dal gastroenterologo che hanno una lunga aspettativa di vita e che non ottengono risultati dalla terapia medica condotta almeno per sei mesi. Un giovane che ha questo problema dovrebbe sottoporsi ad una costosa terapia per tutta la vita. Il rapporto tra costo/beneficio in questi casi è sicuramente favorevole all’intervento.